mercoledì 25 giugno 2008

L'Arte Nigrescente


La nigredine di Caravaggio
"Annerire" la Materia ha un preciso significato dal punto di vista psicologico e spirituale. "Annerire" la manifestazione istintiva, psichica, mentale e razionale dell'energia creativa significa rinunciare alle facoltà intuitive dell'io che si struttura durante l'opera di razionalizzazione delle pulsioni 'modellata' dalla morale di gruppo e dalle leggi civili e religiose.

Essere razionali non significa razionalizzare il tempo, le risorse, il denaro, l'amore (Saturno), in vista di un vantaggio futuro (Cronos), di un premio, di un traguardo o un aumento di potere calcolato attraverso una semplice addizione di termini, o una attenta programmazione delle azioni da compiere.

L'Opera al nero si compie attraverso un incessante dispendio di energia fisica, psichica e mentale, apparentemente fine a se stesso. In dodici anni di introversione creativa (1594-1606) Caravaggio sperimenta i quattro stadi di annerimento della percezione, della ragione, dell'intuizione e della conoscenza razionale della realtà finalizzata agli scopi e agli obiettivi dell'ego (Golia).

Decapitando per tre volte Golia, emblema della razionalità priva di valori morali, sentimenti etici e principi spirituali, ma non per questo priva di "chiaroveggenza intuitiva" (il pensiero politico), Caravaggio rivela la possibilità di scoprire dentro noi stessi l'intuizione di Davide, emblema di una "precisa sensibilità" estetica e psicologica, formale e filosofica (a forma di fionda), capace di "accecare" l'arroganza di intellettuali, critici e specialisti della Ragione.

"La razionalità, secondo Popper (1988), nella sua forma più sviluppata intellettualmente, è una disposizione ad esaminare le nostre idee in uno spirito critico, e a rivederle alla luce della discussione critica con gli altri. Bisogna discutere di ogni argomento rifuggendo dal dogmatismo. Essere razionali non significa diventare "razionalizzatori".

L'uso della ragione può attuarsi attraverso due vie: la via del razionale o la via del ragionevole. Pascal distingueva tra lo spirito della geometria e lo spirito della finezza: il primo è il ragionamento matematico, tecnico-scientifico-economico, quello che si costituisce nella sfera logico-matematica divenuto egemone nelll'Occidente a scapito del ragionevole, cioè del pro e del contro, del buon senso, della prudenza e della saggezza che è rintracciabile nella filosofia di Platone e Aristotele.

La via della finezza è la via intrapresa da Caravaggio al termine della nigredine, della triplice decapitazione del "pensiero politico". Il ragionevole, sintesi di tutte le riflessioni che conducono a determinare ciò che è buono, giusto e utile sia per l'individuo che per la collettivita, è una forma di ragionamento altrettanto coerente, capace, a volte, di meglio affrontare i problemi dell'epoca (Latouche, 2000).

Ma il "ragionevole" alla fine cos'è?.
La ragione alchemica è la capacità di conoscere in sintesi progressive (prive di pretese di veridicità assoluta) l'universale e l'astratto: l'esigenza di conoscere il 'perché' delle cose conduce ad argomentare deduttivamente e cioè a stabilire legami di conseguenza logica tra gli enunciati.

L'aspetto più producente di questa forma di ragione è che la ricerca del "perché" può rivolgersi non solo alle cose, ma anche all'immagine delle cose; può prendere in considerazione ciò che è puramente possibile, può sondare con la logica l'astratto e chiedersi perché.
Questo tipo di esperienza mentale di esercitazione e di simulazione di tutte le possibili soluzioni che un problema (o una immagine del problema) può avere, è la premessa dell'Immaginazione creativa peculiare dei veri guru.

"La scienza non può e non potrà mai fare a meno dell'immaginazione. Le scoperte e le invenzioni vengono dal subconscio, dai sogni, dall'emisfero destro perché l'intuizione è, nell'essenza, la percezione di una forma, di una improvvisa armonia, che riordina i pensieri e rivisita il mondo". (Celli, 1994).

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